Micio a zonzo? No, grazie!

Fino a pochi anni fa, era comune considerare il gatto come un animale “adatto a stare fuori”, che aveva “bisogno” di vagare liberamente nelle strade e nelle campagne; è sempre stato più usuale ritenere che i cani dovessero stare come minimo in giardino, mentre “confinare” il gatto nella proprietà di casa era spesso considerato “assurdo”, “innaturale”, o “impossibile” da fare.

Ora fortunatamente questa mentalità ha iniziato a cambiare…

Perché dico “fortunatamente”?

Perché chi ha voglia di vedere i fatti per come stanno sa benissimo che ci sono molte valide ragioni per non far vagare il gatto fuori dai confini sicuri di una casa o di un giardino: malattie, parassitosi, rischi di furto, investimento o atti di violenza, possibilità che l’animale si perda o venga aggredito da altri predatori…chi più ne ha, più ne metta!

E, negli ultimi anni, chi tiene alla conservazione della biodiversità e della fauna selvatica ha scoperto un altro buon motivo per tenere il micio in zone confinate. Un motivo semplice, documentato e comprovato in molti ambienti e Paesi diversi: i danni che i gatti arrecano alle specie selvatiche.

La ricerca su campo ha ormai solidamente dimostrato gli impatti che i gatti “ferali”, ovvero lasciati liberi di vagare in ambienti sia naturali che urbani, hanno sulla biodiversità di tutto il mondo, da quella delle isole più remote alla nostra Italia. Si tratta di danni gravi, capillari, che alterano gli ecosistemi e possono mettere a repentaglio le specie che li popolano.

Partiamo dal più ovvio…la predazione! I gatti amano cacciare e lo fanno non solo per la necessità di nutrirsi, ma per il divertimento che la caccia stessa gli provoca; un recente studio condotto in Italia ha rilevato che nei nostri ambienti i mici sono in grado di cacciare oltre 200 specie diverse, tra cui oltre 30 minacciate (Mori et al., 2019). I 145 gatti monitorati in questo studio in un solo anno hanno compiuto oltre 2000 atti di predazione, per lo più ai danni di piccoli uccelli e mammiferi, ma anche di rettili, anfibi e perfino pesci! Traslando questi dati su larga scala, è facile immaginare quante centinaia di migliaia di animali selvatici in tutto il mondo cadano ogni anno – e senza necessità – vittime del “divertimento” dei nostri piccoli amici pelosi…

Ma questo non è l’unico impatto dei gatti vaganti…la loro presenza altera il comportamento delle prede, spingendole ad allontanarsi dalle zone frequentate dai mici o a passare molto tempo nascoste; possono essere vettori di molte malattie trasmissibili ai selvatici; competono con i predatori selvatici, consumando risorse essenziali per la loro sopravvivenza; infine, nelle poche zone dove ancora sopravvivono i gatti selvatici come Felis silvestris Schreber, 1777, i nostri pet possono ibridarsi con essi, compromettendo la genetica dei felini selvatici. 

Insomma…una bella lista, non vi pare?

E se pensate che tutto questo sia poco, che tutto sommato non siano poi chissà che danni, o che non abbiano reali ricadute…beh, vi sbagliate. È stato ampiamente dimostrato che questi impatti hanno conseguenze effettive, reali, sulla sopravvivenza delle comunità selvatiche, sulla loro varietà in specie e sulla loro “salute”. Negli ambienti più fragili, come le isole, i gatti possono portare le specie più vulnerabili all’estinzione…ma anche nelle aree continentali e in Italia non ce la passiamo proprio benissimo: la presenza dei gatti vaganti può dare il “colpo di grazia” a specie selvatiche già messe in crisi dalla perdita e frammentazione degli habitat, dal cambiamento climatico e dalle attività umane.

Tant’è che la stessa legislazione europea obbligherebbe, attualmente, i proprietari a tenere i propri mici in ambienti confinati…

Lo so, lo so: tenere un gatto in casa, o in casa e giardino, non è semplice.

Richiede un impegno in più al proprietario, che deve creare in casa un ambiente vario e stimolante con tiragraffi, ripiani, piantane e giochini, deve far giocare il proprio micio e/o deve fare un investimento per mettere in sicurezza giardini e balconi con reti adatte a impedire l’uscita…

Non è semplice, è vero e lo riconosco.

Ma è necessario.

Lo è per il bene del micio…ma anche per quello della natura. La biodiversità non si tutela da sola…e anche piccoli gesti, come essere dei proprietari responsabili, alla lunga possono fare la differenza!

Fonti:

Mori E., Menchetti M., Camporesi A.,Cavigioli L., Tabarelli de Fatis K., Girardello M. (2019). License to Kill? Domestic Cats Affect a Wide Range of Native Fauna in a Highly Biodiverse Mediterranean Country. Frontiers in Ecology and Evolution. 7. 10.3389/fevo.2019.00477.

https://www.researchgate.net/publication/337917543_License_to_Kill_Domestic_Cats_Affect_a_Wide_Range_of_Native_Fauna_in_a_Highly_Biodiverse_Mediterranean_Country

Arie Trouwborst, Han Somsen, Domestic Cats (Felis catus) and European Nature Conservation Law—Applying the EU Birds and Habitats Directives to a Significant but Neglected Threat to Wildlife. Journal of Environmental Law, Volume 32, Issue 3, November 2020, Pages 391–415

https://academic.oup.com/jel/article/32/3/391/5640440

Magle, S. B., & Crowther, M. S. (2023). Ecological impacts of domestic cat activity on wildlife. Frontiers in Ecology and Evolution, 11, 1282679.

https://www.frontiersin.org/journals/ecology-and-evolution/articles/10.3389/fevo.2023.1282679/full