Da dove provengono i gatti domestici?
…da altri gatti, direte voi. Assolutamente sì, ma la questione è più complessa di così!
Da decenni molti scienziati lavorano per trovare una risposta a questa domanda, tramite studi morfologici, genetici e archeologici, e ormai la comunità scientifica internazionale ha raggiunto alcuni punti fermi, anche se resta ancora molto da scoprire.
L’addomesticamento dei gatti probabilmente ebbe inizio come relazione mutualistica, ovvero fonte di un vantaggio reciproco, tra i “gatti selvatici” e le popolazioni delle società agricole in via di sviluppo nella Mezzaluna Fertile. Secondo un recente studio di Claudio Ottoni, la domesticazione del gatto è infatti avvenuta in almeno due tranches distinte, forse di più, ma tutti i gatti domestici hanno un antenato comune: il “gatto selvatico afroasiatico” (Ottoni et al., 2017).
E già qui, ci vogliono alcune precisazioni: cosa si intende con “gatto selvatico”? Con questo termine non andiamo a indicare un gatto “vagante”, “randagio”, “rinselvatichito” o niente del genere!
Il termine indica invece due vere e proprie specie a sé stanti, distinte dai nostri mici domestici: Felis silvestris e Felis lybica. Queste due specie abitano i boschi, le macchie mediterranee, le savane arbustive, le foreste secche e altri ambienti di un areale in origine vastissimo in Europa, Africa e parte dell’Asia, ormai tragicamente ridotto e frammentato.
La specie Felis silvestris vive tuttora nei nostri boschi in Europa (sì, anche in Italia, in qualche prezioso angolo protetto!), mentre la Felis lybica si ritrova in Africa e in parte dell’Asia occidentale. Una curiosità: fino al 2017, questo “gatto selvatico afroasiatico” era considerato una sottospecie e chiamato Felis silvestris lybica, ma seguito di una revisione tassonomica dello IUCN Cat Specialist Group è stato “promosso” a specie autonoma, con il nome di Felis lybica!
Quindi…in Europa ci sono tuttora gatti selvatici (Felis silvestris), ma non è da loro che si sono originati i nostri micioni casalinghi! Il gatto domestico trova infatti le sue origini nel “cugino” afroasiatico: Felis lybica.
Seconda precisazione: ma dove caspita si trova, questa Mezzaluna fertile? Questo termine indica l’area nota anche come Mesopotamia, una regione storica del Medio Oriente di incredibile rilevanza per le prime fasi della civiltà umana, che corrisponde circa ai territori degli attuali stati di Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Libano, Siria, Turchia, Iraq, Kuwait, Iran e Arabia Saudita.
Quando gli esseri umani passarono da uno stile di vita basato su caccia e raccolta alle prime forme di agricoltura, circa 12.000 anni fa, i gatti selvatici più sfrontati probabilmente si avvicinarono agli insediamenti umani attratti dalla maggiore densità di prede, ovvero topolini e ratti che flagellavano i depositi di granaglie dei primi agricoltori.
E, ovviamente, a quegli agricoltori faceva comodo avere qualcuno che li aiutasse a tenere sotto controllo i roditori! Così il vantaggio era reciproco e il sodalizio fu ben presto consolidato…Studiando il DNA di gatti antichi provenienti da tutto il mondo, i ricercatori hanno infatti scoperto che l’addomesticamento vero e proprio dei gatti è iniziato già nel periodo Neolitico e ha subito un’accelerazione nell’antico Egitto, circa nel III-I millennio a.C. (Ottoni et al., 2017).
Lo studio di Ottoni fornisce anche una spiegazione sulla diffusione mondiale dei mici. Analizzando il DNA antico dei resti di gatti rinvenuti nelle città portuali, gli scienziati hanno concluso che i gatti venivano portati dagli umani sulle navi, molto probabilmente per aiutare a proteggere le scorte di cibo a bordo uccidendo i roditori (Ottoni et al., 2017). Ciò ha permesso ai gatti di diffondersi in tutto il mondo, anche in luoghi, come le isole remote con faune vulnerabili, dove sarebbe stato meglio che non arrivassero…
Un’altra notizia interessante a questo proposito ci viene da uno studio di Nilson et al. del 2022: le analisi genetiche fatte in questo studio rivelano che la diversità della popolazione felina ricalca i modelli di migrazione degli esseri umani e di altre specie simbiotiche.
Altri scienziati hanno anche scoperto un altro potenziale esempio di addomesticamento dei gatti; studiando i resti scheletrici di gatti addomesticati in Cina, si è scoperto che potrebbe esserci stata una breve domesticazione dei gatti-leopardo asiatici Prionailurus bengalensis, indipendente dalla domesticazione avvenuta in Medio Oriente (Vigne et al., 2016). Tuttavia, nello stesso studio si rileva che gli attuali gatti domestici in Asia non sono imparentati con i gatti-leopardo, quindi questa domesticazione dev’essere stata di breve durata e, in seguito, fu soppiantata dall’arrivo di esemplari addomesticati di Felis lybica.
Infine, un altro elemento interessante della storia della domesticazione dei gatti ha a che fare con i pattern di colorazione del mantello dei gatti. Ottoni ha scoperto che l’allele recessivo attualmente presente nella maggior parte dei gatti soriani, che causa un disegno a macchie, non si ritrova nei campioni precedenti il Medioevo. Questo suggerisce che, malgrado la domesticazione del gatto sia iniziata molto prima, fino all’epoca medievale non ci sia stata da parte dell’uomo una vera e propria selezione su colorazione e pattern del mantello dei gatti (Ottoni et al., 2017)…
Perciò…si fa presto a dire “gatto domestico”, ma i nostri micioni hanno almeno 10-12.000 anni di domesticazione alle spalle, durante i quali si sono lanciati alla conquista del mondo!
Fonti:
Nilson, S.M., Gandolfi, B., Grahn, R.A. et al. Genetics of randomly bred cats support the cradle of cat domestication being in the Near East. Heredity 129, 346–355 (2022). https://doi.org/10.1038/s41437-022-00568-4
Ottoni, Claudio et al. The palaeogenetics of cat dispersal in the ancient world External. Nature ecology & evolution, v. 1, article no. 0139 (2017).
Carlos A. Driscoll et al. ,The Near Eastern Origin of Cat Domestication. Science 317, 519-523 (2007). DOI:10.1126/science.1139518
Vigne Jean-Denis et al. Earliest “Domestic” Cats in China Identified as Leopard Cat (Prionailurus bengalensis) External. PLoS ONE, 11(1): e0147295.
IUCN Cat Specialist Group: http://www.catsg.org/index.php?id=101&L=0 e http://www.catsg.org/index.php?id=112&L=0